NEL SOTTOSUOLO DI PIAZZA DUOMO |
Piazza Duomo. Le linee nere sulle basole che la pavimentano sono il segno grafico delle tracce di fondazione di due strutture sacre: la più antica, l’oikos, dell’VIII sec. a.C. inglobata in un’altra di VII sec.a.C., rinvenute da Giuseppe Voza durante la campagna di scavo 1996-1998. Una lunga linea nera corre parallela al Palazzo Arcivescovile indicando una sottostante strada greca.
Il cuore del centro storico di Siracusa, Piazza Duomo, mostra in quasi tutti gli edifici che l’attorniano, lo stile barocco sia precedente che successivo al noto evento sismico del 1693 che colpì la Sicilia Sud-Orientale. Tuttavia essa ci parla di tutta la storia della città: dalla fase preistorica ad oggi! Storie dalla terra ci erano state raccontate dall’archeologo Paolo Orsi, con le sue campagne di scavo dal 1912 al 1917 nella via Minerva, non solo sull’esistenza di un tempio greco arcaico, anteriore quindi a quello classico inglobato nella Cattedrale, ma anche di fondi di capanne preistoriche datate alla media età del bronzo (XIV sec. a.C.), dando conferma alle parole dello storico Tucidide, il quale riferiva che, quando l’ecista di Corinto, Archia, fonda la città in Ortigia, non trova il sito deserto ma interessato da un insediamento siculo. Scavi condotti negli anni ’60 del XX secolo da Vinicio Gentili e poi da Paola Pelagatti sotto il Palazzo del Senato, fornirono altri elementi materiali sia per il periodo preistorico (capanne) che greco (stilobate del tempio ionico del VI sec. a.C.). Se aggiungiamo a questi, i dati della più recente campagna di scavo condotta da Giuseppe Voza (1996-1998) nella piazza del Duomo, prima della sua ultima pavimentazione, abbiamo qui, nell’area della Cattedrale, la prova materiale della storia più antica della città. Il periodo preistorico ci viene documentato a livello di semplice frequentazione per l’età neolitica (V millennio) e di impianto stabile per l’età del bronzo antico (XXII – XV sec. a. C.), come documentato da una grande capanna ellittica scoperta nella zona antistante l’edificio della Sovrintendenza, unitamente a materiali dello stesso periodo rinvenuti nello scavo di fronte alla Cattedrale. Il periodo che va dalla media e tarda età del bronzo all’età del ferro (XIV-IX sec. a.C.) è attestato da una notevole quantità di cocciame, così come quello greco dall’VIII (che evidenzia una iniziale convivenza con gli indigeni) al II sec. a.C. Se si sceglie come punto di osservazione la scalinata del Duomo, si vedranno delle linee nere realizzate con piombo fuso, che formano un rettangolo all’interno di un altro, segnate sulle basole della pavimentazione della piazza. Esse indicano l’esistenza nel sottosuolo delle tracce del più antico edificio sacro della Siracusa greca, un semplice òikos, una casa di culto, il cui elevato doveva essere o in mattoni crudi o in legno (m 9,20 x m 6) e del quale è stata individuata la parte perimetrale, della fine dell’VIII sec. a.C. Esso venne inglobato in un tempio di fine VII-VI a.C. m 16,20 x m 10,50 (smantellato già in antico), rappresentato dal rettangolo più grande. Sappiamo che la prima preoccupazione dei Greci, quando fondavano una città, era quella di sacralizzare il suolo; possiamo ritenere che questo tempietto rappresenti l’atto di fondazione della colonia. I risultati dello scavo di Giuseppe Voza hanno, dunque, egregiamente documentato la sacralità del luogo, coronando, inoltre, il sogno irrealizzato di Paolo Orsi: trovare l’edificio primo dell’acropoli, che già l’aveva individuato come il principale santuario della città.