IL CODICE SEGRETO di ARCHIMEDE

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Chissà se il filologo danese Ludvig Heiberg gridò per le strade di Istambul “Eureka! Eureka! Ho trovato”, quando nel 1906 rinvenne i Trattati di Archimede, sulle cui tracce era da tempo! La più antica (X secolo) trascrizione in lingua greca di sette opere del grande matematico, scienziato e inventore siracusano veniva alla luce nella Chiesa del S. Sepolcro di Costantinopoli. Si trattava di un codice di inestimabile valore che, custodito nella Biblioteca di quella città, nel XIV secolo era stato riutilizzato da un amanuense come ”Libro di preghiere’”. Non solo tagliò le pagine, ma le staccò dalla originaria rilegatura lignea e cercò di cancellare il testo con succo di limone. Salmi, preghiere e anche esorcismi furono riscritti sulle parole e diagrammi di Archimede. Fortuna volle che l’inchiostro originario fosse in buona parte refrattario all’acido citrico. Il “Palinsesto” venne poi rubato per riapparire a Parigi negli anni ’30 del XX secolo in mano a collezionisti. Il 29 ottobre 1998 il "New York Times" riportò in prima pagina la notizia che un facoltoso americano lo aveva acquistato per due milioni di dollari alla Casa d’Aste Christie’s e consegnato agli esperti del Walter Art Museum di Baltimora. Dopo un accurato check-up per mezzo di macchine fotografiche digitali, di raggi ultravioletti e infrarossi e persino dell’acceleratore nucleare dell’Un. di Stanford, al fine di individuare le più recondite tracce di inchiostro antico e procedere alla decifrazione, il “paziente”, danneggiato anche da muffe persistenti, è entrato in sala operatoria e con bisturi, pinzette e solventi è stato sottoposto a intervento di ripulitura. Reviel Netz che ha studiato in particolare il “Trattato sul metodo”, ritiene che il nostro concittadino avesse enucleato un concetto di infinito vicinissimo a quello della matematica moderna. Nel palinsesto è incluso anche il famoso “Stomachion” nel quale, com’è noto, Archimede aveva posto le basi del calcolo combinatorio, settore della matematica sviluppatosi solo nel XX secolo con l’aiuto dei PC. Supervalutazioni? Sembrerebbe di no a detta di vari matematici come L. Russo. E così riemerge dai laboratori più sofisticati il “quaderno di appunti” del genio della matematica e della fisica di tutti i tempi, colui il quale aveva determinato il valore del “pi greco”, dimostrato che la Terra è rotonda, studiato l’idrodinamica dei corpi e inventato macchine di vario tipo, colui il quale aveva sostenuto che “con un punto d’appoggio avrebbe sollevato il mondo”! E della sua vita, ironia della sorte, sappiamo pochissimo: città di nascita e anno della morte. Nel 212 a.C. tra favola e realtà viene ucciso da un soldato romano durante l’assedio di Marcello. Da sempre gli archeologi sono alla ricerca del simbolo perduto inciso su una tomba - un cilindro con all’interno una sfera di pari raggio –, quella di Archimede.