ALLA RISCOPERTA DEL PLEMMIRIO

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Un promontorio di singolare bellezza, caratterizzato da brevi balze rocciose, con un terrazzamento di modica elevazione, interessato da diversi ingrottamenti terrestri e marini, zona di passa di uccelli migratori, con particolari aspetti vegetazionali: il “Plemmyrin”, penisola di virgiliana memoria che segna il limite meridionale del Porto Grande. Chiamato così dai Greci è oggi denominato contrada Maddalena, Isola della Maddalena o Isola. L’esistenza di una chiesa intitolata a Santa Maria Maddalena è il motivo della denominazione della Maddalena; Isola potrebbe derivare o dal basso latino “isula”, che in italiano sta per “appezzamento di terreno rinchiuso” (in siciliano “chiusa”) o dal vernacolo di “penisola”, con riferimento allo scomparso istmo. Per la sua posizione strategica fu sede di frequentazione umana sin dall’età del bronzo medio (sec. XV-XIV a. C.), come i saggi di scavo condotti da Paolo Orsi alla fine del XIX secolo hanno dimostrato: fondi di capanne di fronte allo Scoglio della Galera interessato da tombe con accesso a pozzetto e nuclei di necropoli in località Massoliveri e Capo Murro di Porco, furono messi in luce dall’archeologo. Frequentato nel periodo greco arcaico, durante il quale vennero sfruttate le cave, come risulta dalle numerose carraie (foto) e dall’esame petrografico effettuato su alcuni templi. Fu scenario della “guerra mondiale dell’antichità”, quella fra Siracusa e Atene (413 a. C.) se, come ritiene Orsi, il monumento circolare rinvenuto in località Mondjo, è una fossa sepolcrale relativa a quell’evento bellico. Altre carraie a Massoliveri furono di servizio alle numerose fornaci di calce ivi impiantate in età romana, oggi in parte sommerse. Nella stessa località esiste un interessante sistema di miniere di calcare con pozzi di areazione di impianto medievale. Nonostante le trasformazioni avvenute in tempi recenti, è possibile ancora oggi cogliere la connotazione rurale legata al latifondo dalle masserie sette-ottocentesche esistenti. Nella contrada Carrozze esiste il più antico complesso rurale con un arco datato al 1650 appartenente al nobile Pallavicini Carrozze, già Convento di S. Agostino, trasformato in nucleo abitativo comprensivo di scuola rurale utilizzata sino al 1929. Luogo delle ville delle famiglie nobiliari Milocca e Bonnanno nonché dello storico siracusano Parlato, fu interessato da costruzioni di villeggiatura anche degli inizi Novecento. La penisola fu rinomata in passato per la produzione di vino bianco e per la Tonnara di Terrauzza, rimasta famosa per la “miracolosa”pesca di 4000 tonni nel 1904. Segni tangibili dell’antropizzazione preistorica e del perdurare di tradizioni secolari rendono particolarmente suggestiva la riscoperta e la salvaguardia del Plemmirio, sottoposto a legge di tutela sin dal 1998 e di recente Area Marina protetta.